21 ottobre 2010

L'auto scura

Un auto scura viaggia a velocità media tra le strade deserte del centro della città. Fa tanto freddo fuori e l'umidità si condensa sui vetri della vettura che puoi a stento vederci attraverso. Una mano sul volante, l'altra cerca un po' di calore sfregando sui pantaloni di velluto che si muovono a ritmo della musica emessa dallo stereo. Una birretta nel porta bicchieri poco sopra al cambio a fare da compagnia, mentre una voce a squarciagola si accavalla alle note, ora sincopate, ora dolci, che si rincorrono tra le curve del paese. Tanti pensieri si intrecciano  nella mente, così come le strade percorse da quell'auto: quanti incroci e stop da rispettare, precedenze da dare e segnali da osservare. Ma non c'è una "scuola-guida della vita" che aiuti ad orientare i più negati, e ci si trova troppo spesso ad andare controsenso, a superare i limiti di velocità, a scontrarsi contro un muro o, peggio, contro un'altra "macchina". E non c'è assicurazione che tenga! Allora si cerca di scappare, evadere. Ognuno a modo suo, anche se solo in un piccolo momento della giornata. A me piace farlo così.

Il volume ora è più alto così da aumentare quel distacco col reale. E la musica pare sollevare l'auto che scorre sinuosa, e la voce liberata scioglie per un attimo i nodi che mantengono le zavorre che rendevano impossibile quel volo.

La chiave gira e, mentre il quadro e la musica si spengono insieme, si riaccende il buio del reale.

1 commento:

  1. senza parole..lasciamo che siamo le sensazioni a parlare..cm sei riuscito a fare benissimo tu ;)

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